il Crotonese del 07-07-2011

Nascosto tra scogli, sirene e galeoni, ho trovato un artista con la “A” maiuscola. Il suo nome è Mario Sposato, personaggio noto a Crotone per il suo lavoro di imprenditore, che si appresta a conquistare un posto di rilievo nel panorama artistico internazionale.Quarantenne di successo, brillante, intraprendente ed eclettico, si è ritrovato a creare, dopo la morte del fratello Pino avvenuta due anni fa, opere d’arte curiose, raffinate ed eleganti, proprio come l’Artista stesso. Ha sentito qualcosa dentro di sé, qualcosa che forse sopiva da anni, e da quel momento non si è più fermato, sempre in movimento a cercare nuove forme di espressione per appagare questa sua curiosità, questa dinamicità e questo senso di libertà che lo porta lontano ogni volta che crea qualcosa di “nuovo”. Le sue opere contengono forza e misteroproprio come i mitici Milone e Pitagora, personaggi storici che hanno contribuito a rendere famosa Crotone. Il suo modo di fare Arte è un nuovo modo di creare, riciclare, reinventare. Il materiale da lui usato è qualcosa che appartiene alla quotidianità, alla vita di tutti i giorni, passati e presenti. Le sue installazioni, prodotte con i materiali più diversi e a volte improbabili, vengono dislocate liberamente nello spazio espositivo dei suoi locali, tanto da farne una Galleria d’Arte Contemporanea. Il nostro artista, trasmette ad ogni opera il suo stile, la sua classe e la sua passione, che condivide con amici e conoscenti, ai quali mostra le sue creazioni. Non lo fa mai con vanità, ma sempre con la semplicità e cordialità che lo contraddistinguono. Presto sarà istituito un museo permanente nella sala conferenze del complesso turistico “Lido degli Scogli”, appartenente alla famiglia Sposato, dove si potrà ammirare almeno una parte delle sue opere. Nella sia produzione Sposato manifesta un eclettico interesse per numerose tecniche espressive, dal collage alla pittura, al mosaico, dall’incisione alla scultura, pur mantenendo sempre un occhio di riguardo per la forma originale. Troviamo nelle sue opere caffettiere, eliche, ventole, parti di frigoriferi, vecchi orologi, chiodi, ombrelli, grucce per vestiti e molto altro. Tutto per creare cose che già vede nella sua mente appena tocca un oggetto. E così diventa creatore, pittore, scenografo, scultore, poeta e filosofo. Passeggiare sulla spiaggia per gente comune può essere solo un modo per rilassarsi o prendere il sole, per lui è un modo di creare. La sua mente, il suo cuore, il suo occhio, sentono e vedono ciò che altri non possono sentire né vedere. E allora individua sculture nei legni portati dal mare o nelle conchiglie. La sua arte è pura come quella di un bimbo, senza secondi fini, né scopi di lucro. Arte per Arte. Troppo spesso nei tempi l’arte era fatta su commissione per Principi e Papi, per mestiere o per sopravvivere. Il nostro Artista no, lui fa Arte come mezzo per provare e trasmettere emozioni, e allora scrive canzoni e poesie, cercando ogni forma che possa liberare il suo intimo, ed esternare le sue emozioni, con qualunque mezzo espressivo. Lui, così solare ed estroverso, deve dare nuova vita a quelle cose abbandonate, trascurate. Dotato di una fervente fantasia, materializza ogni suo pensiero. Con abilità ed ingegno, lucidità e tecnica, riesce a dare un senso ad oggetti apparentemente insignificanti. E già vede l’opera d’Arte finita in un tronco lasciato sulla spiaggia, in un ramo caduto da un albero, o semplicemente unendo degli oggetti tra di loro per creare forme a lui care. E allora via libera a chiodi per creare un cuore o un riccio di mare, o pezzi di metallo per dar vita ad un fiore, ad una farfalla. Calici di bicchieri che si trasformano in fiori. Circuiti elettronici ormai inutili, sono per lui fonte di ispirazione, diventando parte integrante di un complesso lavoro, con il risultato finale sorprendente; una panca per sedersi racchiusa tra cristalli trasparenti, che lasciano vedere una New York dall’alto mai vista, come fosse un plastico, una piccola ricostruzione, fatta con microchip e schede di computer. Filosofo, poeta, inquisitore; ogni opera ci svela una parte di lui, come un sipario la scena. Messaggi su messaggi, questo ci dà Mario Sposato; è un filosofo che ama e teme il tempo, che usa orologi nelle sue creazioni, ed i meccanismi interni, quasi a scandire la propria vita con un ritmo sempre nuovo, sempre in movimento come il tempo e la ruota. L’orologio, dove niente ha un inizio e niente ha una fine, ma è un continuo scorrere inarrestabile. Il tempo va e non torna, ma passa e ci regala emozioni. Tempo e movimento; la ruota che gira, nelle sue opere, assume un significato di continua ricerca. Geniale la metafora che ritroviamo nell’opera rappresentata da una tavoletta di Wc che, una volta aperta, mostra all’interno le più belle modelle di tutti i tempi, da Naomi Campbell a Eva Herzigova, da Claudia Schiffer a Kate Moss. La loro vita è appesa ad una bellezza che presto tramonterà, e il monito è proprio rivolto a chi, come loro, punta solo sull’esteriorità e non su valori più alti. Realizzata un’opera, ecco già l’Artista alle prese con la successiva, in questo movimento di pensieri, di ricerca, di realizzazione. È un fiume in piena, un vulcano di idee che, una volta realizzate, danno origine ad altre. Condanna l’inquinamento che distrugge la natura, come nella sua opera dove candide colombe emergono da un mare di petrolio, impressionante il contrasto tra i due colori; il bianco ed il nero. Grande nostalgico di cose passate ha ricostruito un angolo della vecchia Crotone, e un galeone di epoca spagnola, lui che ricicla oggetti come caffettiere o vecchie biciclette come se volesse rivivere ogni nuovo giorno pezzi di un passato a lui caro, lui così contraddittorio nel suo essere sempre alla koda, così ben vestito e impeccabile, con uno stile tutt’altro che retro. ha ricostruito intorno a lui un guscio, anzi, per dirla con parole sue “Ho voluto ricreare il mio guscio”, per celebrare, per non dimenticare le sue origini, le sue tradizioni, ricordando la sua infanzia. E allora riproduce la taverna, che gli ricorda la cantina di suo padre. Il passato per lui è una componente molto importante, ma non per rimpianto, solo per non perdere i ricordi, le tradizioni. Il passato è una parte di lui che lo stimola a vivere il presente con sicurezza, e a sperare al futuro con entusiasmo. Amante della sensualità, ci offre segnali erotici con le sue rose rosse poste su manichini femminili. E poi tanto rosso, rosso passione e tragedia. Le sue rose piangono, sanguinano, ma sbocciano rigogliose. Rose rosse su fondo nero, su fondo bianco, quasi a volerci dire che la passione è bella ma pericolosa, tanto da passare dalla positività alla negatività. O come un notturno ed un diurno; il giorno e la notte, il bene e il male. Poeta dell’amore per la donna, che vede nel suo intimo solo un fiore, perché nella sua Arte la donna ha un ruolo d’eccezione. Donna rappresentata nei suoi manichini di vario genere. Chiari, scuri, avvolti in una rete, manichini in gabbia, incatenati, che vogliono rappresentare la donna; prigioniera d’amore. Il nostro Artista ha realizzato un tavolo mettendo come sostegno le quattro gambe di manichini in plastica legate insieme con una grossa catena. Il tutto è comunque molto colorato ed allegro. C’è anche un pizzico di ironia nelle sue opere, come i peperoncini che ammiccano al soffione della doccia dicendo “prova a spegnermi”. Come a dire che non si può spegnere una passione; né in amore, né nell’arte. Le sue opere ricordano un pò la Pop Art, l’Arte concettuale, la Transavanguardia con il ritorno alla manualità, alla gioia ed ai colori, e molto Dada, soprattutto per il riciclo dei materiali di uso quotidiano, pur non copiando nessuno. Chi l’avrebbe mai detto che Crotone nascondesse un simile Artista! Allegro, apparentemente spensierato, riversa amore e passione nel suo mondo artistico che non lascerà più. Chissà dove lo porterà tra qualche anno, cosa ci riserverà! Forse prenderà colori ad olio e acquerelli, o farà affreschi. Ha già realizzato un mosaico delle Torri Gemelle di New York con pezzi di pavimentazione scartati durante i lavori nei suoi locali. Un mosaico bellissimo, policromo, posto sotto il bancone bar. Ha progettato anche gioielli, realizzati successivamente da un orafo calabrese. A volte abbiamo, sotto i nostri occhi, artisti eccellenti e di ottima qualità ma non li notiamo, rivolgendo la nostra attenzione verso altri maggiormente pubblicizzati. Mario Sposato non è ancora andato alla Biennale di Venezia, anche se ne avrebbe i meriti; invito pertanto chi non ha visto le sue opere, a vederle nel bellissimo Lido degli Scogli di Crotone, dove si trovano. E tra canti di sirene, rumori del mare, ed atmosfere fantastiche, possiamo chiudere gli occhi ed immaginarci dove vogliamo, perché l’arte di Mario Sposato ci fa sognare ed entrare in mondi che pensavamo di aver perduto.