«Chiudi gli occhi e sogna». Siamo abituati a immaginare che la pace dei sensi, il paese delle meraviglie, o comunque un mondo molto diverso, possano apparire se tiriamo giù le palpebre come tendine e ci isoliamo dalla realtà. Ci sono solo due cose che, per magia, ci aiutano a visualizzare tutto questo all’esterno, senza più sforzi di fantasia: l’amore e l’arte.

Mario Sposato ha decisamente questi doni (entrambi). Un sentimento alimenta l’altro nel suo giardino di angeli, lampade, tavoli, cuori palpitanti. Meravigliose assurdità. Cose che, da macabre, diventano divertenti, sensuali e candidissime. Tavoli sorretti da gambe femminili, barbie di dimensione umana (leggi: ex manichini) che rappresentano messaggi universali. Oppure, l’abisso dello Ionio che prende vita all’asciutto, al sicuro, con le allusioni, i colori e le sagome che solo Gaudí avrebbe realizzato a casa sua.

Mario ha un dialogo molto intimo con l’infanzia e gli strumenti di un artista raffinato. La capacità di farti travolgere dalla bellezza, di spalancarteli, gli occhi, anziché esortarti a chiuderli per sognare e vederci meglio. Apri gli occhi e sogna: qui, anche una vecchia radio, un pezzo di legno senza né arte né parte, sono un capolavoro. Non è quello che vorremmo saper fare tutti, coi pezzi del nostro cuore e delle nostre vite?